lunedì 8 ottobre 2012
Tu hai una parola?
La parola che mi chiedi
resta immersa nei miei occhi
Si nasconde
dietro le inferriate dell’iride
Scompare
celata dal buio delle pupille
lunedì 1 ottobre 2012
Michela Tobiolo e il fuoco della trasformazione
“Nella Cosmogonia Nordica l’esistenza inizia da uno stato iniziale di vuoto, il Ginnungagap, e attraverso una costante interazione fra Fuoco e Ghiaccio, elementi opposti e complementari, nasce il cosmo e la vita [...] ”. Dopo aver partecipato al percorso “Arterie”, viaggio itinerante lungo le strade centrali di Pescara, cerco di dare un nome al sapore, al retrogusto che questa esperienza mi ha lasciato. Varie figure emblematiche, sensazioni, ricordi e colori galleggiano nella mia testa. Cappuccetto rosso dei giorni nostri col suo rosso adagiato sulle spalle si addentra, si espone coraggiosa, incosciente e temeraria alle “intemperie” umane. Sinuose linee delineano parole, accenni di pensieri accompagnano alcune delle opere di Michela “Ti dono il mio sogno”, “Piccoli sogni di cartone”, dipinti, sagome, amuleti, le mani dell’artista non hanno limiti e materializzano, in forme sempre diverse, il sentire di un animo delicato e femminile. Mentre osservavo le sue creazioni, avevo la sensazione di dovermi muovere piano e in silenzio, come stessi attraversando un universo onirico ovattato e, al tempo stesso, fragoroso nel comunicare passione, amore, voglia di vita, desiderio di rompere un guscio che per troppo tempo ha racchiuso uno scrigno colmo di idee e voglia di raccontare. Colori definiti, ciglia lunghe ed ammalianti, sguardi morbidi e labbra come frutti maturi sono il fil rouge delle creazioni. Qui, in questa terra, non c’è spazio per chi ha ceduto alla corruzione dell’apparenza fine a se stessa, sono chiuse le porte a chi deride la speranza, la positività e la certezza che per ogni sconfitta c’è un dono che attende chi ha il coraggio e la pazienza di guardare oltre, di proseguire fiducioso. Se fossi bambina, vorrei avere un libro di fiabe illustrato da Michela, se fossi una sognatrice cronica, vorrei restare impigliata per sempre in questo regno fatto di occhi grandi e paesaggi lunari, se fossi realista e con i piedi per terra, mi abbandonerei volentieri, di tanto in tanto, a questa testimonianza a cuore aperto, se non avessi tempo, appenderei al muro uno dei suoi dipinti così che la retina s’imbeva ad ogni passaggio frettoloso della vita in corsa, se fossi felice sorriderei e mi immedesimerei in uno di quei volti. Se fossi in voi, spegnerei i rumori fuori e starei a guardare per un po’ l’alchimia di questo fuoco.
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