Come sempre, quando torno a CASA, dopo aver condiviso il sacro evento del pranzo con mia madre, vado al Ferrante, storico terreno fecondato dagli uomini della famiglia Piano.
C'è un muretto in pietra, basso basso che copre a stento le mie ginocchia, mangiucchiato qua e là dal tempo e dal vento, è il confine tra la nostra terra e quella di mio zio.
Lo vedo da lontano, mi avvicino per salutarlo, felice di poter guardare in lui gli occhi di mio padre.
Mio zio bello e gentile, con un sorriso che ti apre il cuore.
Si ferma un attimo prima di salutarmi, coglie un fiore dalla siepe che prima del muro ci separa e mice: "Un fiore, per la mia nipotina" e allunga il braccio verso di me.
Mi sento piccola, quasi indegna di tanto amore.
Supero il cespuglio di origano da cui si sprigiona un odore pungente e familiare, mi avvicino al muretto e penso alla bellezza,
si,
questa è la BELLEZZA.
Grazie zio
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