
Strampalata sbrindellata sbriciolata.
Voce roca. Le 5 del mattino. Olà gente il tumulto sembra finito. Il solo concerto è il ronzio nelle orecchie colmo di urla, decibel, rum e sigarette. Le luci della notte sono ancora accese ma il sole è quasi pronto a schiaffeggiare il buio e a rubargli l’anima. La pula passa e guarda, io resto e fisso the other side come quando non volevo m’interrogassero al liceo – not my name not my name! –
L’asfalto sembra molle, i piedi sulla testa, la testa la butto nel cassonetto che’ per alcune ore non mi servirà a molto. La verità a quest’ora? La verità ha un suo tempo?
Mani mozzate appese in cielo con fili attaccati alle stelle: la nebbia è il ricordo di ciò che furono e tutto si dissolve tra briciole, avanzi, sproloqui e battutacce da quattro soldi – whatever – qualunque cosa sia dite pure che è colpa mia, queste colpe mature di bocche gonfie e occhi chiusi che si arrendono alla magia. O forse solo tanta, tanta amara, graffiante FOLLIA.
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