Fermati e ascolta il mio dire
Non passare
Non passare
senza prima dare un senso a ciò che giace sotto i tuoi piedi
Scricchiola la zolla assetata di pioggia
Racconta la sua fame e, come un viso,
reca su di sé i segni dell’incessante divenire.
Osserva l’infuocato tramonto,
la passione che mai affievolisce tra cielo e terra.
Consapevole delle brocche infrante
-quanto nettare irrimediabilmente perduto-
Sono l’estate, la forza, il temporale violento
L’ermetica noce di cocco –ostinato guscio dal candido cuore-
Io sono la mia terra
Con lei canto i vigneti gravidi e succosi
Ho il sapore del frutto nato dalla sapiente semina.
Mi trovi nella corteccia degli alberi secolari
Immersi nel terreno ingordi fanno l’amore
-lo sentite il loro sospirare? Gli odori, gli ardori…-
Sono l’ala di una farfalla che fugge,
Scricchiola la zolla assetata di pioggia
Racconta la sua fame e, come un viso,
reca su di sé i segni dell’incessante divenire.
Osserva l’infuocato tramonto,
la passione che mai affievolisce tra cielo e terra.
Consapevole delle brocche infrante
-quanto nettare irrimediabilmente perduto-
Sono l’estate, la forza, il temporale violento
L’ermetica noce di cocco –ostinato guscio dal candido cuore-
Io sono la mia terra
Con lei canto i vigneti gravidi e succosi
Ho il sapore del frutto nato dalla sapiente semina.
Mi trovi nella corteccia degli alberi secolari
Immersi nel terreno ingordi fanno l’amore
-lo sentite il loro sospirare? Gli odori, gli ardori…-
Sono l’ala di una farfalla che fugge,
l’ape che si riposa dopo aver indossato il suo oro
E lenta, ostinata, morde il mio pensare
Abbagliata dai colori, incollata a profumi che stordiscono l’anima.
Nasco nel fiume in piena
Perduta in un filamento d’acqua che non vuole trovare la sua via verso il mare.
Salto giù dall’uragano, non voglio mi porti via
‘che tante lune m’ha già rubato con promesse ed illusioni
E lenta, ostinata, morde il mio pensare
Abbagliata dai colori, incollata a profumi che stordiscono l’anima.
Nasco nel fiume in piena
Perduta in un filamento d’acqua che non vuole trovare la sua via verso il mare.
Salto giù dall’uragano, non voglio mi porti via
‘che tante lune m’ha già rubato con promesse ed illusioni
–tempo ingrato-
Resto qui a guardare il sole che nasce e poi muore,
Resto qui a guardare il sole che nasce e poi muore,
ferito dalla notte
Respiro la luna mentre infrange bagliori argentei tra tenaci foglie ed intricati rami.
Resto tra tutte queste vite, in ciò che ancora possiede un’anima
E i capelli avranno l’odore di carnose piantagioni.
Nel frattempo le lancette appuntite
come lame affilate di chissà quale dio,
avanzano lente, insonore, seguendo la luce e la luce la sua notte.
Saranno leggere le mie mani, fino a quando
Il Ventre che mi ha cullato tra sorgenti, pendii e rocce smussate dall’iroso cielo,
mi ricondurranno all’Antica Madre.
Respiro la luna mentre infrange bagliori argentei tra tenaci foglie ed intricati rami.
Resto tra tutte queste vite, in ciò che ancora possiede un’anima
E i capelli avranno l’odore di carnose piantagioni.
Nel frattempo le lancette appuntite
come lame affilate di chissà quale dio,
avanzano lente, insonore, seguendo la luce e la luce la sua notte.
Saranno leggere le mie mani, fino a quando
Il Ventre che mi ha cullato tra sorgenti, pendii e rocce smussate dall’iroso cielo,
mi ricondurranno all’Antica Madre.
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