giovedì 11 marzo 2010

Un’eroinomane


I tuoi fianchi si sono arresi,
Il ventre, una volta era caldo antro, ora è pesante zavorra che annega sul tuo corpo.
Lo sguardo non tradisce il vuoto che ti porti dentro
Le mani rosse e gonfie non accarezzano più.
Seduta sulla panchina, in una stazione ferroviaria, sei il bagaglio di una vita sbagliata.
Lì hai depositato ogni speranza.
L'ago luccica illuminato da questa luna, il cattivo odore del vicolo dove nascondi il tuo peccato è nauseante.
Non brucia più...la pelle, non brucia più il cuore.
Lento, entra e vorace t'ingoia il veleno.
Donna, madre, perchè ti sei arresa? Vorrei stringerti forte e accarezzarti i capelli.
Questa donna esiste davvero, la vedo ogni giorno quando torno a casa dopo il lavoro...

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